Il Forte Malatesta è considerato uno dei monumenti fortificati di epoca rinascimentale più rilevanti d’Italia, nonché il sito storico-culturale che maggiormente effonde fascino in città. Se la Pinacoteca Civica è sinonimo di dorato splendore, quest’opera difensiva evoca forza e solennità. Le robuste pareti in travertino sembrano bisbigliare le innumerevoli vicissitudini che la coinvolsero. Vi assicuro che non è raro vedere con gli occhi dell’immaginazione la storia che prende vita fra gli spazi labirintici! Ogni sfumatura è carica di fascino. Un esempio? La strada che conduce al forte fa riferimento alle terme romane che secondo alcuni storici locali si estendevano in quella zona e dove, grazie a un raffinato sistema di acquedotti, veniva convogliata l’acqua salmacina proveniente da Castel Trosino.
Volete altri spunti interessanti? Sono lieta di alimentare la vostra curiosità. In epoca preromana e romana la fortezza sorgeva a difesa e controllo della sponda nord del torrente Castellano, e sbarrava pure l’accesso al Ponte di Cecco, dove presumibilmente passava la via consolare Salaria. Ripristinata dopo la devastazione compiuta dai Longobardi nel 578, questa struttura difensiva subì un nuovo contraccolpo nel 1242 per mano di Federico II di Svevia. Nel secolo successivo, tuttavia, tornò a mostrare il suo volto più efficace! Galeotto Malatesta, chiamato nel 1348 come capitano generale delle armi cittadinesche per condurre le milizie ascolane nella feroce guerra contro Fermo, la identificò come propria roccaforte. Soprintese una ragguardevole opera di rinforzamento e, sebbene fosse un personaggio controverso, questo severo baluardo tutt’oggi porta il suo nome. Dopo la cacciata, avvenuta nel 1353 per l’efferatezza che lo contraddistingueva, l’edificio cadde in disuso. Da rigoroso scudo protettivo col tempo divenne un suggestivo luogo di silenzio e preghiera. Nel settembre 1502 fu posta la prima pietra della chiesa dodecagonale che nove anni dopo fu consacrata a santa Maria del Lago. Al quel periodo risale il portale che reca sull’architrave due angeli con una corona di lauro fra le mani. Al suo interno campeggia la Vergine con il Bambino in grembo, mentre al di sopra si legge: Thesaurus Absconditus Est In Hoc Loco - In questo luogo è nascosto un tesoro. Affascinante, vero? Ben presto, tuttavia, l’edificio tornò alla sua originaria destinazione. Papa Paolo III Farnese, persuaso dalle continue faide fra le opposte fazioni locali, nel 1540 incaricò l’architetto Antonio da Sangallo il Giovane di edificare una nuova opera difensiva. I lavori durarono tre anni e diedero vita a un monumento a forma di stella irregolare che inglobò la chiesa, convertita in un maschio organizzato su tre livelli. Nel XVIII secolo con l’occupazione francese la cosiddetta “rocchetta” fu sottoposta a ulteriori modifiche e diventò un’efficiente caserma militare. Nel 1836 subì altri lavori di adeguamento poiché fino al 1981 ospitò il carcere giudiziario della città.
Vertiginoso il suo costante cambio d’abito, non credete? Dunque non proverete stupore nel sapere che dal 2011 il Forte Malatesta accoglie lungo il primo livello mostre temporanee, mentre al secondo ospita il Museo dell’Alto Medioevo.