Nel 1964 il pittore Ernesto Ercolani, direttore della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno dal 1949, istituì la Civica Galleria d’Arte Grafica Moderna lungo il piano nobile del cinquecentesco Palazzo Malaspina. Quando penso a questo edificio collocato in Corso Mazzini 224, mi tornano in mente le parole dello storico Antonio Rodilossi, per cui “oltre a riassumere i caratteri costruttivi delle dimore gentilizie del XVI secolo, è una viva testimonianza della fierezza bellica della famiglia Malaspina”. Infatti sull’angolo ovest è visibile una “sgrugnatura”, una sbeccatura del travertino che, secondo la tradizione locale, è il segno tangibile della pena inferta al marchese per aver fatto volare fuori dalla finestra un artigiano e il suo avvocato recatisi a palazzo per reclamare un mancato compenso. Perdonate questa breve divagazione, ma era una storia davvero troppo curiosa da ignorare! 

Tornando a noi… quando si decise di fondare la nuova istituzione, l’intento comune era quello di porre rimedio a un dilagante “deficit conoscitivo” nei confronti delle forme d’arte novecentesche, sensibilizzare la collettività nei confronti dei nuovi linguaggi espressivi, e sostenere quindi un ulteriore sviluppo culturale della città. La carenza di opere rappresentative dei maggiori movimenti artistici contemporanei, tuttavia, non permise di sanare in maniera decisiva questa lacuna nei confronti dei Maestri del ‘900. Così nel 1976 i più autorevoli artisti nazionali vennero invitati a donare alla galleria dei lavori concettualmente significativi. Potete immaginare la contentezza quando le loro speranze smisero di essere “un sogno fatto da svegli”! In tanti, di fatto, risposero a quest’arguta richiesta inviando dipinti, sculture e grafiche. Fu così che nel 1977 la Civica Galleria d’Arte Contemporanea con annesso Gabinetto di stampe sostituì la precedente istituzione.

Il 3 agosto 1997 il patrimonio museale si arricchì grazie a Caterina Celi Hellström, figlia adottiva della pittrice svedese Nanny che sposò Osvaldo Licini nel 1926. Confluirono nella collezione della galleria non solo dipinti di artisti come Lucio Fontana, Hans Hartung, Roberto Sebastián Matta, Giorgio Morandi, Filippo De Pisis e Gino Severini, ma anche 40 dipinti e 38 disegni del Maestro di Monte Vidon Corrado. In seguito a questa prestigiosa donazione, la raccolta fu trasferita nell’ex convento di Sant’Agostino, e venne intitolata proprio a Osvaldo Licini, il cui “errante, erotico ed eretico” percorso creativo è possibile ripercorrere visitando il museo. Nel 2007 la Galleria d’Arte Contemporanea si è impreziosita ancora di più grazie alla Fondazione Carisap che ha concesso in deposito 50 disegni preparatori, realizzati nel 1988 da Tullio Pericoli per la decorazione della Sala Garzanti di Milano.

Oggi fra Amalassunte, Angeli ribelli e Olandesi volanti ospita non solo un Caffè letterario, ritrovo privilegiato di artisti e intellettuali, ma presenta anche uno spazio destinato a mostre temporanee affinché la lente sull’universo contemporaneo non si appanni mai.